Parlo spesso nei miei post di turismo sostenibile. E associo le Azzorre come una delle mete migliori al mondo per questa modalità di viaggio. Tuttavia, spesso mi viene fatta la domanda “cosa intendi per turismo sostenibile?” Allora, in questo post voglio chiarirvi il concetto.
Sinteticamente, il turismo sostenibile, per dirla in parole semplici, è una forma di viaggiare che tiene in conto gli impatti sociali, economici ed ambientali che il turismo può avere sia sui luoghi visitati che sulle comunità locali che vi vivono.
Immaginatevi quelle mete prese d’assalto dal turismo di massa...perdono ovviamente qualità di vita, diventano care, caotiche, invivibili, più insicure e meno apprezzate dalla gente del luogo che a un certo punto, esausta della confusione e dell’impatto turistico troppo invadente, decide di lasciare la propria città e trasferirsi altrove.
Il turismo sostenibile vuole evitare questo. Vuole evitare di snaturare i posti, di peggiorarli, di sporcarli, di trasformarli.
Il turismo sostenibile riesce a valorizzare l’autenticità del luogo e a non perderla, rispettando sempre l’ambiente e le comunità locali che vi abitano.
Per far ciò, è ovviamente fondamentale l’impegno e la collaborazione delle autorità politiche locali, che devono riuscire ad adottare forme di controllo e di restrizioni, per evitare un impatto turistico negativo sull’ambiente e sulla popolazione locale. (vedi Firenze, pessimo esempio di una mal gestione dei flussi turistici..!)
Sostenibilità, rispetto, tutela e salvaguardia, sono le parole chiave di questa forma di viaggiare, che deriva dalla volontà e dalla coscienza del viaggiatore, e dell’operatore turistico che propone i viaggi.
" Viaggiare responsabilmente significa ridurre al minimo l’impatto sull’ambiente e sullo stile di vita locale, oltre che portare benefici e coinvolgere le comunità locali. "
Questo è il tipo di viaggio che io promuovo da sempre e lo stile di vita che seguo da anni (non solo da ora, che è diventato quasi una moda!)
Il mio programma di viaggio Azzorre rientra nella classificazione del turismo sostenibile.
REGOLE COMPORTAMENTALI BASILARI DEL TURISTA SOSTENIBILE
Rispettare le risorse ambientali e naturali locali (Per fare un esempio esplicito: se vai in Sardegna non ti porti a casa la sabbia, il corallo o le conchiglie della spiaggia!)
Rispettare l’autenticità sociale e culturale locale . Bisogna viaggiare consapevoli che nei luoghi in cui andiamo ci sono persone, comunità di gente del posto che ci accolgono nel loro mondo, a casa loro. Per questo noi, come ospiti dobbiamo essere grati, riconoscenti e rispettosi. E’ inoltre fondamentale rispettare le loro tradizioni, valori, idee e conservare il loro patrimonio artistico-culturale, mostrandosi tolleranti e comprensivi di fronte alle diversità culturali.
Rispettare, valorizzare e promuovere il commercio e l’artigianato delle comunità locali: incentivare gli acquisti sostenibili e i workshop, per garantire che il ricavato della vendita vada direttamente al commercio locale e non finisca nelle tasche delle solite multinazionali miliardarie che sfruttano il resto del mondo. Questo aspetto, specie nei paesi più poveri o nelle zone e regioni più remote dei Paesi, è fondamentale. E’ un contributo importante alla lotta contro la povertà. E’ un aiuto economico alla comunità locale notevole, che può salvare molte famiglie. E’ giusto che chi lavori (e guadagni) nei luoghi turistici, sia la gente del posto ed è giusto promuovere e incentivare l’occupazione e le opportunità di reddito per le comunità locali che vi vivono.
Promuovere esperienze innovative, reali ed interessanti
E' buona regola che il viaggiatore non venga trattato da “turista” ma da "ospite", facendolo sentire benvenuto e a casa, accolto dalla comunità e sensibilizzandolo sulle tematiche locali.
Stimolare la consapevolezza. E' importante che il viaggiatore percepisca la realtà. Quella vera, autentica. Non quella “fantasy, stile Disneyland World” che viene spesso creata appositamente per divertire il turista. Bisogna essere consapevoli. Sapere che quando si viaggia si esce da una zona di comfort e ci si può imbattere con realtà differenti dalla nostra. A volte più crude, più disagiate, più povere, più semplici. E bisogna avere l'umiltà e l'intelligenza di capirle e adattarsi, per vivere il posto, senza pretendere gli stessi agi, abitudini e servizi a cui siamo abituati a casa nostra.
Se si va in Nepal, non ci si può aspettare il benessere e i divertimenti di Las Vegas. Bisognerà fare i conti con una realtà molto più dura, povera, dove la strada non è asfaltata, si respira polvere e le mucche camminano in mezzo alle auto. E non bisognerà fare un complain per questo. Bensì riflettere...sulla diversità che esiste nel mondo, sulle condizioni difficili di certi Paesi e sulla fortuna che abbiamo noi. Solo così si può conoscere davvero i luoghi che si visitano: quando non ci sono filtri, né realtà virtuali o falsate.
Laddove esiste anche un leggero disagio.. che fa parte dell’esperienza autentica.
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