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L'IRREFRENABILE BISOGNO (primario) DI VIAGGIARE

Updated: Oct 12, 2020



Non potrei immaginare la mia vita senza viaggi. Senza quella sensazione unica quando mi rendo conto che sto realizzando un sogno, e che mi fa tremare ogni volta di fronte alle svariate e inspiegabili bellezze naturali che il nostro pianeta custodisce.

Per me viaggiare è vivere, crescere, mettersi alla prova, sfidare i propri limiti e vincere le paure. E' comprendere qualcosa in più di me stessa e degli altri. E' essere spettatrice e protagonista di realtà e culture differenti, e percepirne l'essenza, che non coincide mai con i luoghi comuni indottoci dai media, ma che si basa su quel che i miei cinque sensi possono percepire, osservare, captare, sentire e odorare, dal vivo.

Viaggiare è scoprire, sperimentare, apprezzare, condividere, stancarsi, doversela cavare in situazioni ostili, confrontarsi, lasciarsi andare, incontrare e conoscere persone che ricorderai per sempre... I viaggi sono la mia ricarica di energia, il rimedio naturale contro ogni stress, capaci di liberarmi la mente e farmi sentire viva e nel posto giusto.

Un' evasione di cui non posso fare a meno.

In un contesto come questo, ai tempi del Covid19, dove tutto è messo in discussione, più che mai il bisogno di viaggiare emerge dentro di me. Sinto falta. Saudade. Mi manca quel che per me è un bisogno primario, tanto quanto mangiare e bere ogni giorno. Viaggiare. Andare. Muovermi liberamente per il mondo.

Dai commenti delle communities di viaggiatori di cui faccio parte, è interessante vedere come questa sensazione sia condivisa, specialmente tra le nuove generazioni, i cosiddetti "millennium" e le persone della mia generazione ( 30-40 anni).

Siamo noi, quelli nati in una società ove non esistono confini o frontiere; abituati alla globalizzazione, a organizzare tutto su internet; a viaggiare sin da piccoli; a prendere aerei con una facilità che equivale a quella di salire su un autobus urbano, e ad affrontare un volo di 12 ore con quell'adrenalina tipica di chi non vede l'ora di raggiungere l'altra parte del Pianeta, per catapultarci in un mondo sconosciuto, sapendo che sarà super cool e affascinante, nonostante gli imprevisti e le difficoltà che potranno sorgere.

Noi, che l'ignoto non ci fa' paura, bensì ci attrae.

Noi, che le differenze, gli usi e le culture distanti dalla nostra ci affascinano e ci lasciamo travolgere; noi che ci ritroviamo in ginocchio in un Tempio Indù in Indonesia; noi che sperimentiamo dormire in un monastero Buddista o in una palafitta in Thailandia; noi che in Nepal assistiamo alla cremazione dei corpi, le cui ceneri vengono gettate nel fiume Gange.. Noi che cerchiamo di comunicare con la gente locale e di capire da dove venga quella sensazione di pace e di leggerezza effimera che aleggia in Asia. Noi, che ci perdiamo tra gli odori del mercato di Marrakesh e che contrattiamo con gli africani per comprare tè e spezie.

Noi, che partiamo per un'esperienza di volontario in Kenya, pensando di andare in Africa ad aiutare i bambini orfani, e torniamo consapevoli che sono loro che hanno aiutato noi: a farci riflettere sul senso della vita e a capire quali siano i valori, quelli essenziali, che contano davvero.

Noi, che ci svegliamo alle 4 del mattino per andare a vedere l'alba in Islanda, fregandocene del freddo glaciale e camminiamo per km alla ricerca di un aereo sperduto su una spiaggia.

Noi che amiamo le foche, i pinguini e i leoni marini.

Noi, che passiamo ore estasiati di fronte alle cascate di Iguazù, ammaliati dagli arcobaleni; noi che beviamo mate e socializziamo su un bus sgangherato che ci porta a spasso tra le Ande in Argentina. Noi, che in tempi record saliamo sulla Rainbow Mountain e sul Machu Picchu in Perù, senza sentire la stanchezza, nonostante ci manchi il respiro e le gocce si sudore ci scendano dal viso. Noi, che arriviamo a Ushuaia, alla fine del mondo, e quando realizziamo la nostra posizione sul mappamondo, scoppiamo a piangere dall'emozione.

Noi, che dormiamo nei deserti, bevendo tea alla menta con i beduini e cucinando sotto la sabbia. Noi, che la notte cerchiamo i punti più isolati, in mezzo alla neve e senza luci, per ammirare l' aurora boreale.

Noi, che a mezzanotte partiamo a piedi per un pellegrinaggio di 4 ore che ci porta in cima al monte sacro Adam's Peak, in Sri Lanka.

Noi, che andiamo sino alla Maldive per capire che il nostro mare della Sardegna è mille volte meglio!

Noi che ci sediamo la notte di fronte a Petra, e restiamo in silenzio, illuminati dalle torce, ad ammirare uno spettacolo di danzatrici e musiche arabe, senza capire una parola, ipnotizzati dalla magia del momento e dalla maestosità di quella città archeologica unica nel mondo.

Noi, che assaggiamo le peggio cose nei mercati in ogni Paese che visitiamo, a costo di star male per un'intera giornata!

Noi che quando ci lasciamo partiamo per Santo Domingo e beviamo fiumi di caipirinha per dimenticare il dolore. Noi, che alle Mauritius ci cadono le noci di cocco in testa.

Noi, giovani esploratori, che viaggiare non ci basta mai.

Che quando ci dicono: "In quanti posti sei già stata!" pensiamo "Sì, ma quanti altri me ne mancanoo.." e ci sale l'ansia, perché sappiamo che una vita non ci basterà per visitare tutti i posti che abbiamo in lista.

Abbiano fame di viaggi e gridiamo la nostra voglia di tornare a vivere.

Perché per noi, viaggiare è vitale. Emozionarsi è vitale.

Condivido questo post con chi si identifica tra questi pensieri e parole...e condivido alcuni

scatti fatti qua' e là per il mondo, per ricordarci le emozioni di ieri, e sognare quelle di domani, quando #torneremoaviaggiare.












Nepal, Himalaya - trekking circuito Annapurna-















Kenya - gita al parco giochi-














Kenya, Lucy's Smile: preparazione del pranzo













I pinguini, unici abitanti dell'isola Martillo, Argentina














Islanda: tramonto sul ghiacciaio










Isola Faial, Azzorre - Capelinhos-













Petra, Giordania

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